Nursia, la birra artigianale dei monaci benedettini di Norcia

I monaci benedettini hanno avuto storicamente un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’arte birraria in Europa. Ancora oggi la produzione di birra è il motore economico di alcune abbazie e monasteri. Tra queste c’è la congregazione dei monaci di Norcia, che nel 2012 ha dato vita alla marca di birra Nursia, oggi famosa in tutto il mondo.

I monaci benedettini e la birra

Nel Medioevo i monaci benedettini furono tra i primi “professionisti” nel campo della produzione di birra. I monaci erano tra i pochi a saper leggere e scrivere; annotavano e studiavano l’arte della birra in un’epoca in cui produrre la birra era una comune attività per tutte le famiglie che vivevano in un contesto rurale. A differenza dei semplici contadini, inoltre, i monaci benedettini potevano dedicarsi quotidianamente alla produzione e avevano una gran quantità e qualità di riserve di cereali a disposizione.

Il patrono dei birrai è Sant Arnould, un benedettino fiammingo che fu vescovo e passò gli ultimi anni della sua vita in un’abbazia di Oudenburg, dove morì il 15 agosto 1087. Sant Arnould si conquistò il consenso e la gratitudine dei birrai quando, in tempi di epidemia, incoraggiava i fedeli a bere birra per resistere alle malattie.

Secondo alcune fondate ricostruzioni l’uso del luppolo nacque proprio all’interno dei monasteri. I benedettini erano monaci coltivatori per eccellenza ed erano pressoché gli unici a poter praticare le coltura a rotazione triennale che richiede la coltivazione del luppolo.  Non deve sorprendere quindi che siano stati proprio alcuni monaci benedettini a introdurre l’uso del luppolo dando così origine attorno al X secolo alla birra.

I monasteri possedevano il tempo, i capitali, le risorse umane e materiali per investire nell’arte birraia e si dedicarono incessantemente alla ricerca di nuove e migliori forme di produrla, fino a trasformare i monaci benedettini in veri e propri mastri birrai che diedero un impulso fondamentale alla raffinazione della cotta a livello europeo.

Una filosofia di vita che arriva fino ad oggi

Fu così che nel Medioevo la vita monastica dei monaci benedettini incontrò la tradizione birraria. Secondo la famosa massima di San Benedetto “ora et labora”, i monaci devono infatti vivere del lavoro delle proprie mani. Mentre si andava sviluppando un quadro di conoscenze sulle diverse fasi del processo di produzione della birra, quest’attività diventava quindi anche la fonte di sostentamento principale dell’economia monastica. Ancora oggi esistono abbazie che si sostengono grazie al “business del luppolo”, che però nasconde une filosofia di vita molto più profonda e spirituale.

La produzione di birra diventa un’accattivante forma di evangelizzazione per mostrare al mondo la bellezza e la bontà della vita monastica che si materializza in un prodotto così amato e popolare come la birra. Un modo quindi di avvicinare le persone, e i giovani in particolare, alla vita religiosa attraverso la birra, che fa così da ponte tra il monastero e il mondo.

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I monaci birrai di Norcia

Nel 2012 i monaci benedettini del Monastero di San Benedetto a Norcia hanno dato vita a Nursia, un’impresa che oggi, sette anni dopo, produce circa milleduecento litri di birra al mese, esportando anche negli Stati Uniti e in altri paesi. In linea con la grande tradizione benedettina, l’idea di dedicarsi alla produzione di birra nasce dall’esigenza dei monaci di autosostenersi e di trovare un modello di vita sostenibile in cui la contemplazione e la preghiera si accompagnino all’umile e quotidiano lavoro.

L’abbazia era disabitata dal 1810, chiusa a seguito di alcune direttive napoleoniche, è stata riaperta solamente nel 2000 per volere di Padre Cassiano, un monaco originario dell’Indiana. Attualmente, soprattutto grazie all’attività di produzione birraia, la congregazione di Norcia è giovane, vivace e internazionale, con monaci provenienti dall’America Latina, dagli Stati Uniti e dall’Asia.

Tutte le entrate derivanti dalla birra servono a sostenere le attività di preghiera e la vita evangelica in generale, che significa anche dare appoggio e aiuto ai pellegrini e ai poveri della zona. Dopo il terribile terremoto del 2016, inoltre, i ricavati sono destinati alla costruzione di un nuovo monastero fuori dalle mura, complementare a quello già esistente e anti-sismico, che possa essere la casa della comunità monastica di Norcia nei secoli a venire.

La birra Nursia è un grande orgoglio per la nostra comunità e un ulteriore tassello alla grande tradizione culinaria e gastronomica della città di Norcia e dell’Umbria in generale. La birra è pensata per accompagnare i piatti e i prodotti più tipici della nostra cucina, carni ricche e saporite, formaggi freschi e stagionati. Le due versioni della Nursia, la bionda più leggera e quella extra, più forte, con un sapore dolce e secco, potete trovarle in tutti i pub, ristoranti, negozi di alimentari della zona nursina, sono oramai parte integrante della nostra offerta gastronomica.

Il sito ufficiale delle Birra Nursia

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