Natale e Capodanno a Norcia, tutte le tradizioni
L’Umbria ha un’antica ed importante tradizione storica, folkloristica, religiosa ed artistica legata al Natale. Tra dicembre e gennaio sono tantissime le iniziative e gli eventi in tutta la regione. Non fa eccezione Norcia, dove a Natale, a Capodanno e alla Befana, la città si accende del suo spirito più vero e intenso.
Norcia tra Natale, Capodanno e l’Epifania: tradizioni sotto l’albero
Dai “Faoni” alle Pasquarelle passando per il gustoso torciglione. Il Natale, il Capodanno e l’Epifania, a Norcia, sono sinonimo di feste, canti e dolci tipici. Un’occasione unica per ritrovarsi in piazza o a casa di amici e parenti e vivere insieme tradizioni antiche ed eventi contemporanei. Qui di seguito vogliamo proporvi un piccolo viaggio alla scoperta dei riti natalizi più antichi della nostra terra. Appuntamenti che attraversano i secoli e si tramandano di padre in figlio. Accanto a questi, un ricco programma di iniziative promosse dai volontari della Pro Loco.
Scopri tutte le tradizioni di Norcia
In attesa del Natale: “Li Fauni” o “Festa delle Campane”
Le iniziative natalizie di Norcia sono inaugurate dalla tradizione de “Li Fauni” o “Festa delle Campane”. La sera tra il 9 e il 10 dicembre tutta la città e le frazioni sono illuminate da pire di ginepro infuocate. Grandi falò, alti anche 10 metri, che illuminano la notte, circondati da un banchetto semplice ma genuino, a base di salsicce e vino caldo. Simboli e riti, forze della natura e buona volontà si esaltano in questa notte tipica della terra nursina.
Nel borgo nursino, nonostante il trascorrere degli anni, il senso della tradizione è ancora forte e lo si percepisce nelle strade e negli abitanti già da molti giorni prima. Ognuna delle sette guaite (praticamente i rioni), uno per ogni porta muraria, si dà dei rappresentanti che possano, per entusiasmo e capacità, dar vita ai Faoni. La gara è tra chi carica di più il camion, tra chi fa il Faone più grande, tra chi riesce a creare il fuoco più bello o il banchetto più ricco.
Nelle piazze tipiche del centro storico di Norcia, gruppi di appassionati si riuniscono per ammucchiare tutta la ginestra intorno ad un altissimo palo di legno, che sostiene il Faone durante il suo bruciare. Questi grandi e suggestivi falò sono animati dagli stornelli degli organetti e dall’allegria spensierata persone degli avventori, intorno a qualche inebriante bicchiere di vin brulé, dolci e carne alla brace.
La tradizione cristiana dei Faoni
Intorno ai Faoni, si attende così tutti insieme la mezzanotte, ora in cui tutte le campane della città annunciano il passaggio della Santa Casa della Madonna di Loreto. Il senso della tradizione, infatti, sta proprio qui. I fuochi vengono accesi per ricordare ed illuminare il cammino degli angeli che, nel lontano 9 dicembre 1291, essendo la Palestina occupata dagli infedeli, portarono in salvo la casa della Vergine, spostandola miracolosamente fino ad un bosco di lauri, oggi Loreto. Gli elementi spirituali sono marcati. Le pire infuocate, ad esempio, simboleggiano l’amore che scende su Maria e sugli Apostoli nel cenacolo, trasformando i discepoli in predicatori coraggiosi e capaci di farsi capire da persone provenienti da vari paesi.
Le origini contadine
Questa è la versione “cristiana” della tradizione dei Faoni, ma le sue origini, in realtà, sono molto più antiche e affondano le radici nel mondo agricolo e rurale. All’inizio di dicembre, infatti, si va verso i giorni più corti dell’anno e i contadini dovevano scongiurare che il buio avesse il sopravvento sulla luce, la notte sul giorno, il gelo sul caldo. Per questo combattevano le notti più lunghe dell’anno con grandi fuochi. C’è poi l’elemento dell’arcano: il fuoco non ha solo effetti distruttivi, ma anche purificativi.
Tra Natale e l’Epifania: la tradizione delle Pasquarelle
All’inizio dell’anno nuovo, una delle manifestazioni più vivaci e colorate è senza dubbio quella delle “Pasquarelle”, i canti in dialetto nursino, a suon di organetti, tamburelli e triangoli. I “Pasquarellari”, andando di casa in casa, annunciano la nascita del Messia. Il loro gradevole suono invade le strade del centro storico nel periodo tra Natale e la Befana. La tradizione della Pasquarella, che a Norcia si rinnova ogni anno con la composizione di nuovi testi legati all’attualità, rimanda alla tradizione religiosa dell’Epifania, ossia all’annunciazione di Cristo alle genti grazie ai Magi d’Oriente che recano doni al Bambino Gesù. Nelle Pasquarelle sono presenti temi religiosi natalizi ed epifanici, cantati e raccontati con ingenuità e grande fede.
Il Torciglione, il dolce del Natale
Non può mancare un prodotto tipico della tradizione culinaria. Per il periodo natalizio, a Norcia come in tutta la regione umbra, è rinomato il Torciglione, dolce secco, a base di mandorle, con una forma di spirale che ricorda un serpente attorcigliato. Le sue radici affondano nel mondo pagano: il serpentone umbro identifica la capacità di rigenerarsi della natura, la ciclicità dell’anno che muore e rinasce. Secondo la tradizione, le antiche popolazioni umbre della zona del Trasimeno, in occasione del solstizio d’inverno, avevano l’abitudine di preparare un dolce votivo simile fatto di mandorle e miele. In epoca medievale, le monache cappuccine di Perugia avevano interpretato questa ricetta identificandovi il serpente dell’Apocalisse schiacciato dal tallone della donna vestita di luce. Tagliare e mangiare una fetta di torciglione significava, quindi, sconfiggere il male.
Natale 2020 a Norcia, il programma completo degli eventi
Ad oggi, il permanere dell’emergenza Covid-19, impedisce di programmare e organizzare eventi per il periodo natalizio.
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